Avanti un altro
Parole e Musica di Jacques Brel,
Nudo nella salvietta che usavo da bermuda,
l'interpretazione di Duilio Del Prete
Ero di fuoco in faccia, col mio sapone in mano.
Avanti un altro, avanti un altro.
Perché avevo vent'anni e si era in centoventi
Ad essere il seguente di quello che seguivi.
Avanti un altro, avanti un altro.
Perché avevo vent'anni e mi stavo scafando
Al casino ambulante di un'armata in campagna.
Avanti un altro, avanti un altro.
Io avrei preferito un po' più di tenerezza
Oppure un sorriso o almeno averne il tempo.
Ma avanti un altro, avanti un altro.
Non fu una Caporetto ma neppure Vittorio Veneto,
Fu l'ora in cui rimpiangi di essere poco pratico.
Avanti un altro, avanti un altro.
A sentire quel caporale lacchè dei miei pendenti,
Son colpi da crearvi armate di impotenti.
Avanti un altro, avanti un altro.
Lo giuro sulla testa di quel mio primo scolo:
Da allora quella voce la sento ancora in me.
Avanti un altro, avanti un altro.
Quel respiro pesante e quell'alito forte
E' un fiato di violenza, un alito di morte.
Avanti un altro, avanti un altro.
E da allora ogni donna nell'atto di accettare
Le mie mani insicure mi sembra mormorare:
Avanti un altro, avanti un altro.
Tutti gli altri del mondo si dessero la mano,
Ecco che cosa grido la notte nel delirio.
Avanti un altro, avanti un altro.
E quando non deliro trovo che è più umiliante
Avere un proprio seguito che essere un seguente.
Avanti un altro, avanti un altro.
Un giorno mi farò eremita o santone indù,
Qualcosa, ma vi giuro che non sarò mai più
Quell'altro, quell'altro.